“Come una stilla di rugiada” (Sap. 11,22)

Ricordando la settimana bolognese presso il monastero di Gesù e Maria (22-30 ottobre 2016)

 

Quante volte, tra i 14 e i 20 anni, raggiungevo la Parrocchia di santa Rita per un incontro in preparazione ad un campo estivo o per le prove dei canti di una veglia di preghiera! In dieci minuti di bicicletta ero lì, da casa mia o dalla mia parrocchia, il Corpus Domini. Per una settimana, dal 22 al 30 ottobre di questo 2016, sono tornata ai miei anni ’80-’90, pur senza bicicletta e chitarra. E’ un treno che adesso da Roma deve portarmi alla cara Bologna e proprio in quella zona tanto familiare, con la lunga tonaca nera e qualche ruga che conferma i miei 48 anni, e un po’ di capelli bianchi nascosti dal velo. Non sono lì per organizzare il campo estivo, come ai vecchi tempi, ma per essere semplicemente accanto alle mie quattro consorelle agostiniane del monastero di Gesù e Maria, attiguo alla parrocchia. Venivano celebrati i 60 anni di presenza della comunità monastica e quella settimana vedeva coinvolti in varie iniziative, i nostri Padri di San Giacomo e le consorelle della Federazione. Ci siamo ritrovate con la madre Preside, Madre Monica Gianfrancesco, con alcune sorelle di Cascia, di Forlimpopoli, di Rossano, e di Roma (c’erano con me sr. Alessia e sr. Chiara, giovani professe), a condividere giornate intense di fraternità, di incontro e … di emozioni.

Alla Messa parrocchiale del 22 ottobre questo gruppetto di monache agostiniane era presente, animando la liturgia. Era un piccolo segno per l’assemblea, certamente non abituata a tale partecipazione. E quanta pazienza don Angelo, anche lui di fronte ad una situazione certamente insolita! Come l’incontro con i ragazzi delle Medie il sabato pomeriggio, e dei giovani alla sera della domenica, o il breve momento di adorazione il sabato successivo, sempre in parrocchia. Tappe semplici che raccontavano un dialogo tra la comunità parrocchiale e quella monastica, dialogo che forse lungo questi 60 anni, è stato a volte esile, a volte instabile, a volte creativo, ma comunque, se tanta freschezza e desiderio abbiamo raccolto dagli incontri di quei giorni, è segno che il passato ha segnato la bellezza di questo nostro oggi. E allora va bene così!

Abbiamo ripercorso le tappe storiche del monastero con l’aiuto dell’ingegnere Bartolomei e dell’energico don Giuseppe Stanzani, che ci ha anche regalato un’ampia veduta della vita monastica a Bologna. E che bell’abbraccio anche con lui, ricordato quando era parroco nella confinante santa Teresa.

Quanti giovani studenti abbiamo poi incontrato all’oratorio Santa Cecilia, a San Giacomo, nei due pomeriggi dedicati a temi agostiniani. Tappe nel cuore di Bologna, a anche lì… quanti ricordi, quanta gratitudine per questa Chiesa felsinea, che mi ha dato la vita, non solo quella fisica, ma davvero quella di Dio! Come pure il saluto al Vescovo, Sua Eccellenza Matteo Zuppi, già cara presenza quando era a Roma, non mi ha che confermato il bel legame con le mie radici, che mai si è interrotto. Un abbraccio particolare, tra una Bolognese ora romana e un romano ora bolognese!

Festeggiavamo la presenza di questa comunità bolognese e contemporaneamente mi sono ritrovata a festeggiare una presenza vivace, fresca, mai spenta pur dopo 25 anni di assenza da “casa”, di tanti volti amici. Riconosco la finezza di Dio nel custodire e alimentare di anno in anno, relazioni sbocciate da adolescente e che quei giorni mi sono state riconsegnate con la stessa tenacia. Questo mi commuove! Non riesco, anche ora, nel cercare di raccontare quei miei giorni, a dissociare il coinvolgimento degli incontri inerenti l’evento che si celebrava, al coinvolgimento dei mille ricordi che riaffioravano, delle persone che salutavo, dei tanti legami che rispuntavano.

“Come una stilla di rugiada” (Sap. 11,22). Nella Messa conclusiva del 30 ottobre, in monastero, la Parola di Dio del giorno mi consegnava questa perla, la firma del Signore su questa settimana che finiva. Cosa sono stati questi momenti per la comunità di santa Rita, per le monache di Bologna, per quanti hanno condiviso gli eventi proposti, per noi consorelle che erano lì, per me, Ilaria, bolognese effervescente ora monaca agostiniana a Roma? E’ stata una stilla di rugiada. Niente di fronte all’immensità dell’oceano, o al fragore delle cascate. Eppure una gocciolina racchiude in sé tutta la potenza delle vastità di acque. Una settimana in paragone ai 60 anni di presenza o alla storia secolare dei monasteri Bologna, è proprio una goccia, un frammento di tempo. Ma mi sembra che questa sia la stessa logica del Vangelo, quella che ha vissuto e ci riconsegna ogni giorno Gesù. Quella a cui ciascuno di noi, ogni giorno, dice sì, credendo che ogni stilla di rugiada, ogni frammento di tempo, ogni scintilla di incontro racchiuda sempre una Parola feconda di Dio. In fondo un monastero, come ogni singola monaca è chiamato a questo: a dire con la sola presenza, forse scomoda e per tanti ancora così scandalosa, che vale la pena credere all’amore così delicato di Dio per noi, credere alla potenza che fiorisce da ogni nostra fragilità se consegnata a Lui. Siamo “fiaccole, sentinelle…che indicano Colui che è via, verità e vita”, così scrive Papa Francesco nell’ultima costituzione parlando proprio alle monache. Torno a Roma, al mio monastero agostiniano, i Santi Quattro Coronati, grata, tanto, per questa “avventura”, profonda e intensa. Questo tassello, questa stilla di rugiada, finisce, ma resta vivo e aperto, affidato alle mani buone di Dio. Lui sa come far fiorire da questa esperienza, come dai 60 anni di vita monastica lì, accanto alla parrocchia di Santa Rita, semi di bontà, di amicizie, di bellezza.

Grazie Bologna e…a presto!!!!