Sabato 6 maggio, Lectio Pauperum dal titolo “Gli altri siamo noi”, presso il Cinema Tivoli, con la partecipazione del nostro vescovo, Matteo Zuppi.
“Siamo tutti migranti nell’esistenza e nella famiglia umana nessuno è straniero”. Tutti siamo stati accolti da qualcuno in qualche momento. In questa prospettiva il filosofo Roberto Mancini ha invitato a considerare la pratica dell’accoglienza. Quella dei migranti può essere per noi una parabola che ci istruisce, che ci riporta a mettere al centro la relazione: siamo tutti ospiti temporanei della Terra e abitare la relazione è ciò che rende la vita piena e la felicità autentica.
Don Maurizio Marcheselli ha sottolineato come per i primi cristiani la distinzione tra Ebrei e non Ebrei (tra autoctoni e stranieri) è stata superata dalla nascita della comunità dei credenti. La Chiesa è quella realtà in cui è indifferente che tu sia o no straniero. Efesini ricorda infatti che “il muro di separazione è stato abbattuto”.
Stamattina, le testimonianze dei migranti ci hanno messo davanti agli occhi le nostre tante difficoltà nell’accogliere e nell’integrare: il sospetto o l’indifferenza con cui trattiamo i nuovi arrivati, il nostro atteggiamento nel non considerarli persone con una loro professione, storia e dignità, la fatica che facciamo nel capire realmente le loro storie e i motivi che li hanno spinti a fuggire dai loro paesi. I migranti devono essere protagonisti della loro storia di integrazione e noi dobbiamo essere al loro fianco.
Il Vescovo Matteo Zuppi ci ha convintamente invitato a restare umani, a costruire relazioni, a non farci vincere dalle logiche di separazione, che impoveriscono noi per primi.
Ci ha ricordato che capire l’altro e saperlo aiutare ci pone in una situazione arricchente per entrambi, alimentando comunione e circolarità. Se da un lato i gesti di accoglienza quotidiana sono fondamentali per creare una società giusta e una comunità cristiana più ricca, dall’altro il Vescovo ci ha invitati a fare un passo in più. Ci ha chiesto di costruire una cittadinanza attiva, per innalzare il livello di convivenza per tutti. In questa direzione ha sottolineato l’importanza di abolire il reato di clandestinità e di lavorare a una legge per la cittadinanza delle seconde generazioni di migranti. Ci ha ricordato che questo tempo di crisi è la nostra occasione per lasciare un’impronta nella storia.
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