Il Vangelo dei discepoli di Emmaus ha accompagnato la prima tappa del cammino sinodale nella nostra parrocchia. Una giornata all’insegna dell’inter-generazionalità, in cui la grande partecipazione di persone di tutte le età ha reso particolarmente preziosa l’esperienza comunitaria, aprendo nuove vie di collaborazione e cammino insieme.
Seguendo l’invito del Papa ad approfondire il nostro rapporto con la Parola, dopo la messa delle 10,30 abbiamo letto e meditato insieme Luca 24, 13-35.
Molte le riflessioni suscitate dall’ascolto del brano. Innanzi tutto l’idea che Dio ci ama e ci cerca lui per primo: Gesù c’è anche e soprattutto nelle situazioni in cui non lo vediamo e facciamo più fatica, e anche quando non lo riconosciamo. Spesso è proprio nella sofferenza che lui si fa più vicino e dà quell’energia che porta a proseguire.
Tutti quanti abbiamo però bisogno di qualcuno che ci apra gli occhi e ci faccia da guida, ma anche che ci dia la possibilità di sbagliare.
È poi dall’ascolto che conosciamo e riconosciamo, e infatti ai discepoli ardeva il cuore mentre lui parlava. Se ci aiutiamo a essere attenti, con gli occhi aperti e se manteniamo un atteggiamento di ascolto, nell’incontro possiamo sperimentare un amore che poi apre un cammino. Gesù infatti ha determinato un cambiamento dei discepoli, che prima non lo riconoscono, poi si fidano di lui e anche lui di loro, tanto che può sparire sapendo che saranno loro a diffondere la parola. Siamo invitati a cambiare noi stessi per poi poter cambiare la realtà che ci circonda.
La consolazione del Vangelo di Emmaus è capire che anche se siamo sulla strada sbagliata (stiamo andando via da Gerusalemme) possiamo incontrare Gesù se ci prendiamo cura delle persone che incontriamo.
In questo senso siamo chiamati a curare la parrocchia come un luogo in cui sentirsi a casa e spezzare il pane insieme, non solo nella Messa ma anche nelle varie attività, come modo per concretizzare il gesto che ha compiuto Gesù ritornando insieme agli apostoli. Siamo chiamati a pensare non tanto a cosa vogliamo ma a cosa possiamo fare, aprendoci il più possibile e coinvolgendo le persone. La gioia del conoscere Gesù nello spezzare il pane diventa un motivo per poter essere una comunità in uscita e capace di testimoniare.
È possibile scaricare i manifesti che raccolgono la sintesi dei lavori di gruppo.
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